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George Hotz e la sua self driving car: ‘Ho fatto tutto da solo’

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Ha violato per primo un iPhone dando l’inizio a quel diffuso fenomeno che si chiama Jailbreak, è stato il primo ad implementare un hack che permettesse di eseguire giochi non originali su PlayStation 3 e, come se non bastasse, è riuscito a violare per primo il sistema di sicurezza di Google Chrome: stiamo parlando di George Hotz, meglio noto al pubblico come geohot, che ha voluto superare sé stesso e costruire da zero una automobile in grado di guidarsi da sola!

La “vettura” di base è una Acura ILX 2016, a cui Hotz ha aggiunto una macchina fotografica allo specchietto retrovisore, un sofisticato sistema radar a laser sul tettuccio, un display da 21.5 pollici sul cruscotto ed un joystick al posto del cambio, joystick in grado di attivare il pilota automatico.

Il tutto è controllato da un mini-PC con in esecuzione Ubuntu ed un software specifico per l’elaborazione dei dati ambientali ricevuti dall’esterno incrociati con le condizioni della strada esterna: in pratica il programma, scritto sempre da Hotz, è in grado di “simulare” il comportamento umano in base alle condizioni ambientali ed alla guida di altri piloti, grazie ad un sofisticato sistema di auto-apprendimento.

auto-geohotz

Al mini-PC è chiaramente collegato un discreto numero di sensori GPS, insieme ad uno switch di rete e – ovviamente – al display, che mostra la strada esterna ed il percorso previsto dall’automobile. Al momento la self-driving car progettata da Hotz, che in più istanze sottolinea come abbia raggiunto da solo l’ambizioso risultato senza affidarsi a team di ingegneri come i suoi “concorrenti” più blasonati, è adatta alle sole strade a lunga percorrenza.

Insomma un hacker che, grazie alla sua attitudine alla programmazione, alle sue enormi competenze hardware e ad un pizzico di genialità, è riuscito a mettersi in tasca colossi quali Tesla e Google?

Non esattamente: in una lettera aperta, Tesla sottolinea come la creatura messa a punto da Hotz sia di certo il risultato di un duro lavoro, ma che non può essere sicura abbastanza da trasformarsi in qualcosa che possa viaggiare per strada poiché, appunto, è necessario il lavoro incrociato di esperti e professionisti provenienti da vari settori per progettare qualcosa che, quantomeno, possa in qualche modo garantire l’incolumità del pilota umano.

Magari Hotz non ha assolutamente intenzione di commercializzare il suo progetto ma semplicemente vuole dimostrare al mondo che, anche questa volta, è riuscito a farcela. Adesso non vi resta che vedere in azione l’automobile guardando il video in alto!

L'articolo George Hotz e la sua self driving car: ‘Ho fatto tutto da solo’ appare per la prima volta su Chimera Revo - News, guide e recensioni sul Mondo della tecnologia.


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